Usare la psicologia

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  1. Sam-ENNEGI
     
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    Ora che abbiamo in mano gli elementi di base della psicologia del gioco, dobbiamo trovare il modo di applicarli concretamente, infastidendo gli avversari in maniera eticamente corretta. Infastidire gli avversari vuol dire innanzitutto farli “pensare”, nel senso di renderli partecipi e succubi dei concetti sopra detti, far pesare la nostra storia, la nostra imbattibilità, far capire, sempre in maniera molto elegante, che essi non esistono e che per noi rappresentano il nulla. Quando si ha a che fare con il
    caso concreto le cose dette diventano alquanto difficili da applicare, molto spesso riusciremo ad usarne solo qualcuna, mentre altre volte potrà andarci meglio.
    12 In ogni caso esistono altre regole empiriche che sono più facilmente applicabili. Facciamo riferimento per esempio al concetto di ritmo, espresso e descritto nella prima parte. Il ritmo che la partita deve seguire deve essere sempre quello che scegliamo noi, se l’avversario è veloce e ama il gioco rapido ovviamente noi lo rallenteremo, viceversa se lo vediamo a suo agio in un gioco ragionato noi lo accelereremo, in ogni caso dovremo spezzargli il suo ritmo. Bisogna però prestare
    attenzione che i cambi di ritmo non danneggino più noi che l’avversario; la cosa comunque più importante è portare il nostro tempo, anche se questo coincide con quello dell’avversario. Per quanto riguarda l’andamento delle partite appare doveroso riportare la teoria che dice che tutte le partite presenti e future sono state già giocate. Già giocate per quanto riguarda il riferimento alla storia e all’atteggiamento psicologico prima descritto che esprime in partenza già il vincitore e lo sconfitto. Riferendosi invece alla probabilità di vincere una partita, essa varia durante il gioco a seconda dei risultati parziali in corso. Come sappiamo tutti i punteggi che incontriamo sono stati già giocati in altre migliaia di occasioni. Questo vuol dire che se dallo 0-0 la probabilità di vincere è del 50%, sullo 1-0 questa aumenta, sul 2-0 ancora di più, 3-4 avrà un'altra probabilità ancora e così via.
    Più importante ancora è la sequenza con la quale si giunge ad un determinato punteggio; se per esempio il traguardo di una partita è a 7, e siamo 5-0, e l’avversario recupera i 5 gol portandosi sul 5-5 ovviamente la probabilità di vincere, nonostante il punteggio sia in parità 5-5- non sarà più del 50%. Pur non esistendo osservazioni statistiche sull’argomento, l’esperienza ci insegna che le
    probabilità cambiano notevolmente con la serie con la quale si arriva ad un determinato punteggio. Solo con l’esperienza e con un’attenta osservazione riusciremo ad interpretare tali avvenimenti del punteggio e a capire quali sono i momenti più importanti della partita. Per esempio, se da 4-0 arriviamo 4-3 il gol successivo sarà quello più importante, chi lo realizzerà molto probabilmente
    vincerà la partita e si aggiudicherà un vantaggio psicologico che potrà sfruttare addirittura per le partite successive. Una volta appreso che i gol non hanno mai lo stesso peso ma alcuni sono più importanti di altri, individueremo i punti chiave delle partite e saremo in grado di capire quando è il momento
    opportuno di spezzare il gioco e approfittare per una pausa. Mentre tra una partita e l’altra è sempre possibile interrompere per un certo tempo, magari prendendosi un caffè o facendo altro, durante una partita questo risulta molto più difficile. I giocatori usano tutte le scuse possibili per farlo, si accendono una sigaretta, accusano malanni passeggeri di tutti i generi, fingono che la stecca non si muova più ed abbia bisogno di essere oliata, raddrizzano il bigliardino, usano ogni minima scusa pur di fermarsi per un poco di tempo, insomma trovano tutte le giustificazioni possibili per
    interrompere un’emozione. A volte questo può bastare per rovesciare l’andamento di una partita. Altri piccoli trucchi sono quelli basati sul concetto di distrazione dell’avversario: sussurrare all’orecchio del compagno facendo finta di rivelargli chissà quali verità, richiamare l’attenzione su eventi o cose esterne al gioco (meno importanti sono più efficaci risultano essere), sono tutte cose che possono aiutare, e di sicuro male non ci fanno. Evitare di essere infastiditi dall’avversario è altrettanto importante, capire quando lui usa le tecniche appena descritte serve per annullarle in partenza. In ogni caso ricordiamo che tutto quello che si è detto è sempre relativo alle situazioni in cui è applicato, che non bisogna mai esagerare troppo nel fare azioni di disturbo psicologico e che non va mai oltrepassato il limite della correttezza professionale e quelli imposti dalla nostra storia di giocatori. :secondo: :secondo: :secondo: :secondo: :secondo: :secondo:
     
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0 replies since 9/7/2015, 08:53   354 views
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